I progetti nascono sempre
da un’idea.
Alcuni di essi si spengono nell’idea stessa, altri si
sviluppano e fanno strada.
Poi alcuni funzioneranno, altri meno. Da
cosa dipende? Probabilmente da quanto si crede nell’idea
originaria.
“Lady Tourette” è un progetto che ha preso forma nel
tempo ma è nato, come tutti i progetti, da un’idea chiara: portare
in scena uno spettacolo che potesse diffondere in maniera creativa
una sindrome ancora oggi troppo sconosciuta e mal catalogata.
Noi credevamo e crediamo
ancora in quest’idea e quest’ultima è stata per noi come un
chiodo fisso. Come il chiodo non permette al quadro di cadere,
quell’idea non ha mai permesso al gruppo di mollare, nonostante le
innumerevoli difficoltà incontrate.
Gli incontri di BisLuck
tra settembre e dicembre 2018 sono stati tanti, come tanta era la voglia
di fare e di creare, e altrettanta la paura di sbagliare o di
fallire.
Abbiamo cercato di apprendere ed informarci il più
possibile sulla sindrome attraverso letture, film e video
divulgativi.
Eppure in me qualcosa mancava: riuscivo a cogliere il
significato scientifico di ciò che leggevo o vedevo, ma provavo una
forte sensazione di vuoto. Sentivo dentro di me che solo quello non
bastava, che bisognava andare oltre.
Questa sensazione di
vuoto che provavo si è colmata nei primi giorni di dicembre, nella
piccola cittadina di Carate Brianza. In quell’occasione la
compagnia BisLuck fu invitata dall’AIST ad un pranzo speciale, a
cui presero parte tantissimi ragazzi tourettici e genitori, e durante
il quale ebbi l’opportunità di ascoltare uno dei ragazzi suonare
magnificamente il pianoforte.
Da quel giorno ho cominciato ad
osservare la sindrome di Tourette con occhi diversi, con occhi più
consapevoli… sembra banale, ma mi accorsi che essa non era sola. Al
suo fianco crescevano ragazzi, bambini, esseri umani unici
proprio come tutti gli altri, con le proprie paure, angosce, le
proprie aspirazioni e ambizioni.
Questo pensiero mi ha accompagnata
durante tutti i mesi di prove successivi, senza mai abbandonarmi e
stravolgendo anche le mie reazioni sceniche.
Quello
trascorso con Noemi, Chiara, Carolina, Sveda e Andrea da settembre 2018 a
maggio 2019 è stato un lungo viaggio e, come si sa, dai viaggi si ritorna
sempre diversi, nuovi, rigenerati.
Lo scambio di idee, i dialoghi, i
sorrisi, le lacrime condivise in sala durante quei nove mesi di
lavoro hanno permesso al gruppo di salire sul palco del Teatro Verdi
di Milano più unito che mai e in quella serata qualcosa di
straordinario è accaduto: il pubblico era con noi, noi eravamo con
loro.
E questa energia, che solo il teatro può offrire al pubblico e
agli attori, mi è rimasta dentro. E bolle, come l’acqua in una
pentola.
Non vedo l’ora di alzare il coperchio insieme a tutti i
miei meravigliosi compagni di viaggio, per dimostrare che qualcosa
può davvero cambiare, se lo si vuole davvero!!!
Rosaria Visone, attrice