Diario di viaggio, prima della nascita di Lady Tourette
Ottobre 2018.
Percorrevo l'Italia su e giù facendo Napoli - Milano.
Avevamo programmato con AIST, l’Associazione Italiana Sindrome di Tourette, degli incontri in sede affinché potessi conoscere davvero chi avesse, e vivesse, questa Sindrome. 🔥
Non erano bastati i libri sui quali io e i ragazzi avevamo passato le ore. Non era bastato cercare i blog su youtube e non erano bastati nemmeno i film, perché... la Tourette restava solo un'idea: un concetto distante da noi, inafferrabile, che stavamo ancora tentando di conoscere. Eravamo lontani anni luce dalla realtà: se volevamo andare in scena, tutti questi presupposti erano davvero troppo deboli.😞
Poi, arrivò il giorno del primo incontro.
Appena varcai la soglia dell'AIST quel lunedì mattina di ottobre incontrai la dottoressa Galentino, la psicologa di riferimento, che mi offrì l’opportunità di scambiare quattro chiacchiere con i suoi giovani pazienti “Tourettiani”, o con i loro familiari: “un'occasione perfetta!”, pensai tra me e me.
Stringevo il mio registratore, mentre le mani sudavano per la curiosità. Speravo di non turbare nessuno con quello strumento: mi sarebbe servito soltanto a non dimenticare, non vanificare lo sforzo, perché la memoria gioca brutti scherzi e se si vuole ritornare con la mente a un suono, una parola, è opportuno che non sfugga nulla. Ogni dettaglio è fondamentale per costruire una drammaturgia.
La prima persona che incontrai fu Sabrina.
Sorridente, piena di vita e di capelli ricci. Una mamma bellissima!
Ci accomodammo nello studio ed entrambe ci sedemmo dallo stesso lato, evitando l’ostacolo del tavolo tra di noi (che buffo, a volte connotiamo le posizioni nello spazio assegnandoci dei ruoli e nemmeno ce ne accorgiamo. Sedendoci fianco a fianco, tutto era più informale, naturale).😊
Sabrina cominciò il suo racconto: un fiume in piena.
Mi parlò dei suoi due piccoli, entrambi con Sindrome di Tourette. Mi raccontò del più grande, Leo: dei suoi primi giorni di scuola, del suo carattere, del suo senso dell'umorismo e di quanto fosse un simpaticone. Poi entrò nel dettaglio soffermandosi sulle difficoltà di decodifica di alcuni "atteggiamenti sospetti" del bambino.
Sabrina (se poteste vederla come l’ho vista io!) è un uragano di sentimenti. Mi ha spiegato che Leo, tutte le mattine, non riesce a uscire serenamente di casa per andare a scuola, in lotta per la sua quotidianità di bambino anche quando è assorto a guardare la tv. Lei stessa mi ha mostrato i suoi gesti ritualistici.
Poi mi descrisse il suo mondo: la passione per la batteria, ♫ il ritmo innato di Leo, il karate, i supereroi...la sua fantasia, il rapporto con le gite scolastiche e i legami che ha costruito durante gli anni delle elementari.
Non farò una cronaca sterile della loro vita – non mi spetta questo ruolo – eppure se non fosse stato per Sabrina, per Leo, nei mesi a seguire io non sarei stata capace di dare vita a Mike, il protagonista di Lady Tourette!
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Mike sta sognando.[Andrea Grattagliano in Lady Tourette, Milano18/05/2019] |
Esatto: ho portato in questo personaggio la struttura dei dettagli di quel racconto: sarebbe stato impossibile non restare contagiata dalle parole di questa mamma che ha lottato così a lungo per capire cosa avesse il figlio, alla ricerca di una diagnosi che sembrava non arrivare mai...e che quando è arrivata l'ha resa ancora più combattente!
Così anche il nostro personaggio, Mike, probabilmente può aver trascorso un'infanzia simile e, soprattutto, aver avuto alle proprie spalle una famiglia forte, con a capo una mamma super.
I tourettiani poi, sono spesso creativi o geniali: ed ecco che Mike ha una creatività di cui non ha coscienza, una sensibilità profonda e una grande vitalità. Chissà come sarà Leo a 16 anni!
In effetti, quel giorno, per me non fu difficile compenetrarmi in quella storia perché, nonostante non conoscessi ancora così a fondo la Sindrome di Tourette, riuscii a percepire distintamente i sentimenti profondi, sotterranei, che sostenevano quella famiglia.
Riconobbi, nella storia di Leo, molte situazioni e sensazioni che anche io potevo aver vissuto e provato, in minima parte, anche senza avere la sindrome: disagio, difficoltà di integrazione, testa tra le nuvole ma soprattutto vitalità, rottura degli schemi, disarmonia e creazione di armonia nuova.
In quell’occasione, cominciai a capire che se qualcosa può non appartenerci, in realtà qualcos'altro ci accomuna e avvicina: esiste sempre un rovescio della medaglia.
Ringraziai Sabrina per essersi aperta con tanta sincerità e trasporto nel raccontarmi la storia della sua famiglia, e dentro di me stabilii un fermo patto: avrei dovuto riportare questa esperienza a tutta la compagnia rimasta a Napoli.
Da quel momento in poi, non avremo cercato la Tourette solo nei libri di medicina o nei film: saremo andati a fondo in ciò che ci accomunava, esplorando le esperienze profonde collocate nella nostra memoria.
Epilogo.
Dopo il debutto al Teatro Verdi di Milano il 18 maggio 2019, Sabrina, Leo, la sorellina e il suo papà erano in sala a vedere lo spettacolo. Furono talmente emozionati e sorpresi dalla visione di Lady Tourette da non riuscire a trattenere lacrime ed applausi.
Ma il bello doveva ancora arrivare!
Il giorno successivo eravamo in aereo in attesa del decollo che ci avrebbe riportato a Napoli, quando mi arrivò un video da Sabrina: era Leo che giocava con il papà e la sorellina ... interpretavano Mike e Lady Tourette facendo alcune coreografie dello spettacolo (uguali!!!!).
In mano, Leo stringeva forte un cucchiaino (il portafortuna del nostro protagonista), come in una delle scene finalio più emozionanti di Lady Tourette.
Ci guardammo sbigottiti io, Chiara, Andrea, Carolina, Sveda e Rosy.
Incredibile.
Emozionati e commossi, decollammo con il cuore che batteva forte, ancora più forte, più di quanto non avesse fatto la sera prima di andare in scena.
❤️
Noemi Giulia Fabiano,
drammaturga e regista di Lady Tourette